Quando si mettono in pratica tecniche per la conservazione di grandi vini da collezione, spesso si dà attenzione esclusivamente alla climatizzazione e all’umidificazione dell’ambiente, senza però tenere conto di altri fattori altrettanto importanti.
Utilizzare locali scavati nella roccia o interrati senza dubbio può migliorare la conservazione del vino da un punto di vista strettamente climatico, ma può provocare altri danni a causa dell’energia vibrante.
In questi ambienti, infatti, la trasmissione di energia vibrante o di risonanza è più sollecita e veloce e, passando attraverso il vetro della bottiglia può danneggiare il vino.

Che cos’è la frequenza di risonanza
La risonanza è un fenomeno fisico e corrisponde all’amplificazione di energia acustica o meccanica in una data frequenza, detta anche frequenza di risonanza.
Un circuito chiuso come la bottiglia è l’ambiente ideale per la generazione e l’amplificazione di una frequenza di risonanza. Ciò significa che questa energia all’interno della bottiglia si trasforma in altro, e ciò, di fatto, rappresenta un inquinante nocivo per il vino.
Questa frequenza di risonanza, infatti, è vera e propria energia meccanica, in grado di trasferirsi al liquido contenuto all’interno della bottiglia: così come avviene in una campana, ad un evento singolo trasmesso dal batacchio emette un suono amplificato, che continua anche se il batacchio poi non sollecita più il corpo della campana. Allo stesso modo, un evento meccanico trasferito alla bottiglia si comporterà alla medesima maniera, trasmettendo la frequenza di risonanza al vino in modo amplificato e duraturo.
Perché la frequenza di risonanza danneggia il vino
L’effetto delle vibrazioni durante la conservazione del vino è una problematica conosciuta fin dai tempi antichi. Il successo della commercializzazione di un vino è strettamente legato alla sua stabilizzazione in termini chimici, fisici e microbiologici.
Nel vino, infatti, si possono riscontrare numerosi difetti, tra cui le fermentazioni anomale e gli intorbidamenti. Entrambi questi processi portano ad uno scadimento della qualità, in termini sensoriali. Da un punto di vista visivo, si potranno notare intorbidamenti, mentre per quanto riguarda l’odorato e il gusto potranno presentarsi malattie del vino, anch’esse spesso associate ad una rottura della limpidezza.
Nei nostri laboratori in collaborazione con lo staff del prof. Boselli del dipartimento di Enologia dell’Università di Bolzano abbiamo approfondito ancora meglio le problematiche derivanti dalle vibrazioni e dalle micro vibrazioni, scoprendo quanto, all’interno della molecola nel vino, i legami elettrici determinino la sua trasparenza, la sua maturazione e il gusto.