Renato Meneghetti: la biografia

Renato Meneghetti: la biografia

Protagonista di numerose personali nei più importanti musei europei e nel mondo, Meneghetti, nato a Rosà di Vicenza il 19 Marzo 1947, è conosciuto come il “Pittore delle Radiografie”. Ha lavorato fuori dai vari movimenti del suo tempo operando in diversi ambiti artistici: dalla pittura alla scultura, dal design all’architettura, dalla fotografia al cinema, dalla musica al teatro; nell’archivio Renato Meneghetti sono catalogate oltre 2000 opere (http://www.meneghettirenato.com/annexes/principali_opere/principali_opere_ita.php) realizzate in 60 anni di lavoro. Da oltre trent’anni la sua visione “radiografica” ha influenzato numerosi giovani artisti e lo ha condotto alla notorietà internazionale.

Il suo percorso artistico inizio nel 1953: Meneghetti aveva 6 anni quando si avvicina alla pittura copiando da un calendario una natura morta dell’artista Arturo Tosi.

Renato Meneghetti

Nel 1964 allestisce il suo primo atelier nel garage di casa dopo aver scoperto il bianco e nero, il disegno e successivamente alla sua prima mostra personale al “Circolo Artisi Bassanesi”. Anche i suoi collages prendono vita negli anni ‘60 e degli affreschi su tavola Carlo Munari cura una sua collettiva assieme agli amici Rino Furlan e Silvestro Lodi. A Milano Renato Meneghetti frequenta lo studio del maestro Lucio Fontana che gli dedica un saggio critico presentando il ciclo delle “Fagocitatrici.

Negli anni ’70 inizia a sperimentare nuove forme di arte con numerose esperienze di teatro, musica, cinema, fotografia, scultura e design. Fonda inoltre la DDD Design con la quale disegna e produce oggetti e multipli d’arte e firma collezioni di importanti aziende nei settori della moda, oreficeria ed arredamento. In quell’anno fonda anche la “MRP Agenzia di Pubblicità” con la quale realizza campagne pubblicitarie di grande successo per famosi brand internazionali. Nel 1972 progetta e realizza il “Museo dell’Automobile Luigi Bonfanti” e presenta una fitta serie di mostre chiamate per protesta “retrospettive” con l’obiettivo di denunciare la sua condizione di “fagocitato dal denaro” ed assume lo pseudonimo di “MR il fagocitato”. La sua personale protesta lo porterà a riacquistare tutte le opere vendute in giovinezza, a non esporre più in gallerie estraniandosi così dal sistema del mercato dell’Arte. Solo nel 1999 Achille Bonito Oliva lo convincerà dell’importanza di vendere le opere perché possano essere godute da un pubblico più vasto.

Durante la fine degli anni ‘70 prendono vita le prime opere pittoriche radiografiche di meneghetti ispirate dalle molte radiografie visionate durante un dramma famigliare in cui l’artista resta coinvolto. Poco dopo, con una serie di performances, lancia un’aspra denuncia del potere malefico del denaro quale propellente e linfa vitale di guerre massacri distribuendo banconote firmate con la dicitura “Fagocitatrice maxima“ in molti Paesi del mondo. Intraprende poi il progetto “Insania” analizzando il rapporto tra immagine e suono per il CSC dell’Università di Padova. I suoi spartiti diventano vere e proprie opere pittoriche ed il progetto si concretizza in un libro ed in un Long Playing: “INSANIA – Fagocitazione per computer e sax”. Nel 1982 con quest’opera viene invitato alla Biennale di Venezia “Numero e suono” International computer music conference. Stringe un sodalizio e una grande amicizia con il sociologo Roberto Guiducci che scriverà i testi del primo film dell’artista.

Nel 1983 Maneghetti realizza “Divergenze Parallele”: un lungometraggio a soggetto di 103’ che viene presentato alla XL Mostra Internazionale del Cinema La Biennale di Venezia (sezione De Sica) premiato poi come miglior montaggio al Festival del cinema neorealista di Avellino.

Nonostante l’interesse per la sperimentazione, Meneghetti non abbandona mai la pittura che continua nel 1984 con il ciclo “Scoprire l’occultato”: opere che vengono create e poi occultate dall’artista il quale, durante l’esposizione, le svela al pubblico che ne diventa coautore. Con

Il Cristo Morto del Mantegna attraverso lo spirito di Renato Meneghetti

Roberto Guiducci da vita al progetto di prosa e musica: “Concerto per cinque voci e il diavolo”, trasmesso dalla Radio Nazionale Svizzera e nello stesso anno diventa giornalista fondando “Viva Edizioni” (casa editrice di libri d’Arte) e “MRP Edizioni” diventando così editore di varie riviste a diffusione nazionale.

Nel 1985 è impegnato nell’adattamento teatrale del film “Divergenze Parallele” che trasforma in un “Assolo concertante per mimo e orchestra che vince il premio “Fenice d’oro” come miglior pezzo teatrale dell’anno.

La florida situazione economica permette a Meneghetti di dedicarsi a sè stesso seguendo le proprie passioni e viaggiando per il mondo. Meneghetti acquista, progetta, ristruttura, arreda e abita la Fortezza dell’Ezzelino da Romano, “Villa Drigo”, altre 4 ville venete e Palazzo Bianchi dal Corno Michiel Bonato… Ma nonostante le innumerevoli soddisfazioni economiche, Meneghetti mantiene le proprie origini e si dimostra sempre sensibile verso i meno fortunati a cui intesta numerose donazioni. E’ proprio questa attenzione per il diverso, l’emarginato, il povero, l’ammalato che porterà l’artista lungo il suo percorso ad ideare installazioni, sculture e videoart di forte impatto emotivo volte a risvegliare le coscienze dell’ “indifferente pubblico”.

Nel 1997, anno in cui Meneghetti si aggiudica diversi premi importanti alla Biennale di Malta, per la prima volta esporrà le “Radiografie” di oltre 20 anni prima al Museo di Palazzo Sarcinelli di Conegliano curata da Marco Goldin. Da qui Meneghetti si sposterà dalle radiografie ad altri strumenti d’indagine medica quali la scintigrafia, l’ecografia, la tomografia, la TAC e la risonanza magnetica. Gillo Dorfles gli riconosce un primato dichiarando: “Bisogna riconoscere che egli è stato indubbiamente tra i primi e forse il primo in assoluto a comprendere l’interesse estetico oltre che scientifico di questo mezzo e soprattutto a individuare il significato profondo di tale impiego”[…]. Anche Achille Bonito Oliva lo conferma: ”…è stato il primo artista che ha adoperato la radiografia, prima anche di Gligorov, un’artista che a me piace e che porto con estrema esemplarità e intenzionalità. La radiografia, lo scheletro è il lavoro centrale di tutta la produzione di Meneghetti e sintetizza tutti i suoi peccati di gioventù, i pregi anche multimediali e interdisciplinari di una diversa provenienza professionale”.

Nel 1998 per il design, l’Ente fiera di Verona lo invita ad esporre l’opera la “Maitresse” per “Abitare il Tempo” alla Italian Academy di New York con Carmi, Dorazio, Munari e Gio Ponti. In quest’anno perde la madre.

Nel 1999 le opere di Meneghetti entrano per la prima volta nelle maggiori aste internazionali (Christie’s, Sothebi’s, Bonhams, ecc).

Nel 2003 partecipa alla 50esima Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, con l’opera “Nulla vita ex hoc pane”.

L’anno successivo Vittorio Sgarbi, col quale Meneghetti strinse amicizia qualche anno prima, sceglie l’opera “Autoritratto in quaresima” per rappresentare il contemporaneo nella mostra “da Tiziano a De Chirico: la ricerca dell’identità”. Nello stesso periodo l’interesse che Federico Zeri aveva dimostrato per il suo lavoro negli anni ’80, si concretizza in uno speciale che RAI Educational dedica a Meneghetti nella serie “indagini con Zeri” accostando le monete dell’opera “Nulla vita ex hoc pane” alla produzione di medaglie di Pisanello.
Nel 2005 i suoi docu-video vengono selezionati e premiati in molti Video Festival e Biennali in tutto il mondo. Sono moltissime le sue partecipazioni a mostre collettive in Europa. Si allarga il numero di primari musei che accolgono in permanente le sue opere.

L’attenzione di Meneghetti per il mondo che lo circonda lo porta a ricercare linguaggi nuovi per comunicare con installazioni, sculture, performances e videoart, spesso con un forte carattere di denuncia sociale, si affiancano sempre più numerosi alle opere pittoriche che continuano a restare il nocciolo di tutta la sua produzione.

Il 2010 vede Meneghetti impegnato in una fitta serie di mostre personali e collettive fra cui: ArtBasel, Volta6 e Liste15 a Basilea in occasione delle quali la polizia fece smantellare l’installazione “Indifference”; l’Università degli studi di Verona lo invita per il convegno “Infinita-mente” ad esporre l’installazione “Optional” al Palazzo della Gran Guardia; a Venezia, con la stessa installazione partecipa alla 12. Biennale Architettura. Jadranka Bentini lo invita ad esporre a Faenza presso il “MIC” Museo Internazionale della Ceramica le installazioni “Paralleli Vertebrali” e “Vertebrati Paralleli”.

Nel 2011 la Citta di Bassano del Grappa dedica al suo concittadino una mostra in tre sedi museali. La mostra conclude il percorso “I Bassano ai raggi x – segreti nei capolavori del Museo”. Nello stesso anno, su segnalazione di Andrea Zanzotto, una massiccia presenza alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, lo vede impegnato in tre sezioni con le opere: “Il Cristo morto del Mantegna” di cui Ennio Pouchard ha scritto […]“qui ha realizzato quello che credo sia il capolavoro non soltanto suo, ma anche di questa Biennale[…], le installazioni ”Sottopelle” e “La bugia – anche gli elefanti hanno il naso lungo”. Da questa esperienza Veneziana nasce una stretta amicizia e una fattiva collaborazione con Francesco Buranelli e con l’architetto Alberto Bartalini.

Nel 2013, su invito del Mibac, espone con 25 tra i maggiori artisti contemporanei alla mostra “About Caravaggio” presso le Scuderie del Castello Aldobrandini a Frascati.

“Altaroma Altamoda” per le sfilate romane gli affida, grazie all’esperienza maturata con le installazioni interattive e la regia cinematografica, la creazione delle scenografie per “World of Fashion” a cura di Nino Graziano Luca. Partecipa ad “I have come to you again – Blessed John Paul II”, una importante mostra negli U.S.A. a cura di Francesco Buranelli, con una serie di opere composte da più di 150 ritratti di Giovanni Paolo II: “Kiss to Camilla”, che ritrae il pontefice mentre bacia la nipotina dell’artista ritratta in ecografia nel grembo della madre. Per la visita di Papa Francesco ad Assisi è protagonista della mostra “Da Simbolo a Segno – Il Cristo morto del Mantegna in x-ray”. Arriva il riconoscimento della valenza di Meneghetti come regista: il film “Divergenze Parallele” entra nell’archivio della Cineteca Nazionale, che gli dedica una serata di proiezioni nella capitale.

Le opere di Meneghetti sono un continuum di esperienze cine-grafico-fotografiche, tecniche moderne e molto antiche, tuffate nella magica vetrofania delle camere ottiche. Meneghetti vive a ridosso del mondo dell’arte e del suo “Sistema” dosando puntualmente con discrezione le forme e i tempi della sua presenza pubblica. Questo modo di sottrarsi e di essere presente riassume il senso poetico di chi ama guardare ben oltre il basso profilo della attuale decadenza, con una posizione tutt’altro che cinica, perché ricca di vita e di speranza fin dentro la linea della “non speranza”. Ed è l’originalità di un simile sguardo, così isolato e così comunicante, a indicarci la presenza rara e preziosa di un autentico stile.

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